biopsia prostatica alternative

Senza girarci tanto intorno, se ti è stata prescritta una biopsia prostatica dal tuo urologo, probabilmente è per accertare o meno la presenza di un cancro alla prostata.

Sebbene a volte il cancro alla prostata non sia pericoloso, ci sono ancora un numero significativo di uomini che muoiono ogni anno per questo tipo di tumore.

Nel 2019, negli Stati Uniti sono stati diagnosticati circa 174.650 uomini con carcinoma prostatico.

La maggior parte degli uomini a cui viene diagnosticato questo tumore ha più di 65 anni, ma può verificarsi in pazienti anche più giovani.

Il carcinoma prostatico localizzato rappresenta il 90% dei casi ed è generalmente più facile da trattare se viene rilevato nella sua fase iniziale.

La diagnosi del carcinoma prostatico è fondamentale per garantire che il trattamento possa essere iniziato durante la fase iniziale della malattia.

Mentre una biopsia prostatica è spesso considerata la soluzione ideale per la diagnosi del carcinoma prostatico e di altre anomalie rilevate nella ghiandola prostatica, ci sono alcuni effetti collaterali a cui la maggior parte degli urologi non da particolarmente peso.

In questo articolo vediamo le alternative alla biopsia prostatica che ti può essere stata prescritta per verificare se i tuoi sintomi sono collegati ad una prostata ingrossata o a un carcinoma prostatico.

Che cos’è una biopsia?

Per molti medici la biopsia è considerata fondamentale nella diagnosi del cancro alla prostata.

Una biopsia non è solo uno strumento diagnostico utilizzato per scoprire segni premonitori di cancro alla prostata, ma costituisce una parte integrante per la diagnosi di altri tumori.

Con la biopsia prostatica, un piccolo pezzo di tessuto prostatico sospetto, viene rimosso dal corpo del paziente.

Dopo aver esaminato la prostata con un’ecografia transrettale (TRUS) o con una risonanza magnetica (o entrambe), il medico inserisce rapidamente un sottile ago nella prostata. Questo viene fatto attraverso la parete del retto (una biopsia transrettale) o attraverso la pelle tra lo scroto e l’ano (una biopsia transperineale).

Se c’è un sospetto di cancro alla prostata, molti medici preferiscono rimuovere i tessuti da diverse parti della ghiandola prostatica. Questo aiuta a coprire un’area più ampia e fornisce un modo più accurato di diagnosticare questa malattia.

Una volta che il medico ha rimosso il campione di tessuto dalla ghiandola prostatica, viene inserito in una provetta specializzata. La provetta viene quindi inviata a un laboratorio, dove viene analizzata. Attraverso un microscopio speciale si può vedere se sono presenti cellule cancerose nella ghiandola prostatica del paziente.

biopsia prostata

Quando è consigliata una biopsia?

Nella maggior parte dei casi, una biopsia sarà prescritta dal medico solo se sospetta che il paziente possa avere il cancro alla prostata.

Viene eseguito prima un test del PSA per verificare se esiste un livello anormalmente elevato di antigene specifico della prostata nel flusso sanguigno del paziente. In alcuni casi, il medico può anche eseguire un esame digitale rettale prima di un test del PSA.

Se il medico avverte un’anomalia nella regione in cui si trova la prostata, potrebbe sospettare un cancro alla prostata.

In questo caso, la medicina ufficiale dichiara che l’uso di una biopsia può aiutare il medico a ottenere maggiori informazioni sull’anomalia rilevata e in alcuni casi questa potrebbe indicare lo sviluppo di un cancro alla prostata.

Il trattamento dipenderà dalla gravità delle condizioni del paziente. In alcuni scenari, sarà preferita la sorveglianza attiva – questo è di solito il caso del carcinoma prostatico lieve localizzato.

Prima di prendere una decisione, ti consiglio di leggere a fondo questo articolo.

Quanto è efficace una biopsia prostatica?

Quando si tratta di sottoporsi a una procedura così invasiva come parte del processo di diagnosi è perfettamente normale e legittimo capire quanto possa essere efficace e se è proprio necessaria.

Con una biopsia prostatica, in particolare, molti pazienti possono provare disagio durante la procedura. Un piccolo strumento viene utilizzato per raggiungere la ghiandola prostatica attraverso la parete del retto del paziente.

Anche se la maggior parte dei pazienti non avverte dolore durante questo processo diagnostico, può comunque creare molto fastidio e far sentire un uomo molto a disagio e, per questo motivo, è importante essere certi che questo particolare test offra risultati accurati.

Ci sono studi che hanno esaminato l’efficacia delle biopsie prostatiche ed è qui che emerge una preoccupazione per queste procedure. Le prove mostrano che le biopsie prostatiche non sono sempre accurate.

Uno studio del Canadian Urological Association Journal ne è un eccellente esempio. In questo studio è stata usata la biopsia prostatica a 12 core. Lo scopo era determinare quanto sia utile questa biopsia specifica nel rilevare il cancro alla prostata.

Un totale di 90 pazienti con carcinoma prostatico sono stati inclusi nello studio. L’età media dei partecipanti era di 64 anni ma hanno partecipato anche persone più giovani (il più giovane era di 49 anni).

Tutti i pazienti erano stati precedentemente sottoposti a prostatectomia radicale retropubica. Su tutti questi pazienti è stata eseguita una biopsia prostatica a 12 core.

Nello studio sono state confrontate biopsie prostatiche pre e post-operatorie. Numerosi marcatori sono stati analizzati tra questi pazienti. Oltre alle biopsie, sono stati eseguiti anche test aggiuntivi. Questi test includono:

  • Peso della prostata
  • Livello di antigene prostatico specifico nel sangue (PSA)
  • Rapporto antigene prostatico libero e totale specifico
  • La densità dell’antigene prostatico specifico nella biopsia prostatica

Oltre a questi test, sono stati registrati anche i punteggi Gleason dei pazienti.

L’accuratezza delle biopsie prostatiche era inferiore a quanto generalmente previsto. Il tasso di rilevazione del carcinoma prostatico con una biopsia prostatica iniziale a 12 core è stato considerato basso. Sono state necessarie ripetute procedure e test bioptici per rilevare il carcinoma prostatico in modo accurato.

Il tasso di rilevazione delle biopsie prostatiche a 12 core era più elevato nei pazienti più giovani.

Quelli con livelli elevati di PSA avevano anche maggiori possibilità di un’efficace rilevazione del cancro senza troppe biopsie ripetitive. Anche il punteggio Gleason sembra avere un ruolo. Un punteggio Gleason più alto ha reso più facile rilevare il cancro con una biopsia prostatica a 12 core.

A parte questo, è stata fatta un’altra scoperta. La biopsia prostatica utilizzata nello studio ha prodotto risultati più efficaci nei pazienti che avevano prostate più piccole.

I risultati dello studio sono relativamente deludenti. Le biopsie della prostata sono lo strumento diagnostico più comune utilizzato dai medici. Questi test sono richiesti quando si sospetta che il paziente soffra di cancro alla prostata. A causa del basso tasso di rilevazione con una biopsia prostatica iniziale a 12 core, un paziente con carcinoma prostatico può ottenere un risultato falso negativo.

Ciò significa che il paziente può sperimentare inconsapevolmente una crescita del cancro alla prostata. Potrebbero essere necessarie più biopsie per diagnosticare efficacemente un cancro alla prostata.

I risultati sono in qualche modo contrastanti, tuttavia. Ci sono casi in cui il tasso di fallimento delle biopsie sembra essere inferiore.

Uno studio pubblicato su una famosa rivista di urologia, ad esempio, ha scoperto che le biopsie potrebbero essere più efficaci in alcuni casi. Lo studio spiega che sono necessari almeno dieci core laterali durante una biopsia prostatica iniziale. Ciò fornisce un approccio più efficace e una maggior accuratezza nel rilevamento del tumore.

Inoltre, in una seconda biopsia, potrebbero essere necessari più di 20 core per migliorare ulteriormente l’accuratezza del test.

Lo studio ha scoperto che il tasso di errore per una biopsia di non rilevare un cancro alla prostata varia tra il 23% e il 25%.

In un altro articolo collegato allo studio di Svetec e colleghi, è stato notato un tasso di fallimento del 46%. In questo documento sono state eseguite in totale 90 biopsie prostatiche. Tra questi, 41 biopsie hanno restituito un risultato falso negativo.

Quali effetti collaterali può avere una biopsia prostatica?

Il basso tasso di successo nelle biopsie prostatiche non è l’unica preoccupazione della procedura.

I pazienti sottoposti alla biopsia hanno esposto altre preoccupazioni. Possono presentarsi infatti potenziali effetti collaterali dopo o durante la biopsia alla prostata.

Chi vuole sottoporsi a questa procedura quindi, deve rendersi conto di ciò in cui va incontro.

Ci sono alcuni rischi associati a una biopsia prostatica e la maggior parte di questi rischi sono considerati lievi (ma non trascurabili).

Vi sono, tuttavia, altri rischi che devono essere presi più seriamente. Questi rischi possono portare a danni più significativi. Le complicazioni a volte possono anche aggravarsi:

1) Sanguinamento

Il sanguinamento durante la biopsia è naturale che accada. Questo è dovuto a una piccola incisione che viene eseguita quando viene eseguita la biopsia.

Poiché la biopsia viene eseguita attraverso la parete del retto, è normale che un paziente manifesti sanguinamento rettale e anale dopo la procedura. Questo particolare effetto collaterale dovrebbe risolversi rapidamente dopo la biopsia.

E’ possibile anche notare sanguinamento sia nello sperma che nelle urine. Questi effetti collaterali sono anche relativamente comuni e considerati normali.

Lo sperma negli uomini può avere un colore rosso. Il cambiamento di colore del seme significa che un po’ di sangue è finito nel liquido seminale. Ricorda che lo sperma si combina con il fluido della ghiandola prostatica per formare il seme.

Lo stesso può accadere con l’urina. Nella maggior parte dei casi, se il sangue è presente nelle urine, sarà relativamente di lieve entità.

Questi effetti collaterali possono durare un paio di settimane dopo che il paziente ha avuto la biopsia, ma non dovrebbero durare più di un mese.

2) Difficoltà nella minzione

Ci sono stati casi di difficoltà nella minzione dopo una biopsia. In questi casi, un uomo potrebbe dover usare un catetere urinario per un breve periodo, il che è piuttosto scomodo oltre che spiacevole e con dei rischi.

I sintomi urinari possono includere anche la difficoltà per l’uomo a controllare efficacemente la minzione. L’uso del catetere può essere utile ma comporta una serie di rischi.

3) Infezione

Una complicazione più grave di una biopsia prostatica è l’infezione. Sebbene piuttosto raro, ci sono casi in cui gli uomini sviluppano un’infezione dopo una biopsia. L’infezione può verificarsi in diverse parti del corpo.

Solitamente si sviluppa nella ghiandola prostatica. In alcuni casi, anche il tratto urinario può essere influenzato da un’infezione batterica.

Se si verificano complicazioni con l’area in cui è stata praticata un’incisione nella parete del retto, potrebbe esserci un rischio di infezione anche qui.

Quando si sviluppa un’infezione, il trattamento diventa critico. Ufficialmente devono essere prescritti al paziente degli antibiotici. Questo può aiutare a risolvere l’infezione, ma se l’infezione è nella prostata è difficile che gli antibiotici possano aiutare. In ogni caso la mancata cura dell’infezione può causare gravi effetti collaterali. In rari casi, i batteri che causano l’infezione possono entrare nel flusso sanguigno del paziente.

Esistono alternative a una biopsia prostatica?

Alcune alternative possono talvolta essere utilizzate per aiutare nella diagnosi del carcinoma della prostata. È importante notare che queste alternative non sostituiscono definitivamente una biopsia. In alcuni rari casi, il paziente ne avrà comunque bisogno.

L’uso di questi metodi alternativi può essere sicuramente utile. Possono essere utilizzati come modo per garantire che una biopsia venga condotta solo se è veramente necessario.

Ci sono casi in cui un tumore alla prostata può essere confermato anche prima che venga eseguita una biopsia alla prostata.

Alcuni dei test alternativi che possono essere utilizzati sono discussi di seguito.

Test PSA 

grande inganno prostata

L’Inventore del PSA Sfata il Mito di questo Test

Gli antigeni specifici della prostata fanno spesso parte di un test di routine. I livelli di questi antigeni possono fornire un’indicazione quando qualcosa non va nella ghiandola prostatica di un paziente. I medici si concentrano spesso su antigeni specifici della prostata. Questi antigeni sono chiamati liberi poiché non si sono legati a una proteina.

Quando c’è un alto livello di antigeni specifici della prostata nel sangue del paziente, è considerato un campanello di allarme da parte del medico. Ulteriori test diventano essenziali a questo punto.

Nonostante questo i valori del PSA non sono un’indicazione certa per capire se c’è o meno un cancro alla prostata. E’ solo un indicatore in più per approfondire le indagini e la ricerca. 

Inoltre, come lo stesso inventore del Test PSA afferma nel suo libro (Il Grande Inganno sulla Prostata), il test non è affatto affidabile e può creare troppi falsi negativi o positivi per essere preso seriamente.

Il PSA dunque non è affatto preciso e non è affidabile per la prescrizione di una biopsia nel sospetto di un cancro alla prostata.

Esame rettale digitale

Se si sospettano anomalie con un test PSA, di solito seguirà un esame rettale digitale. Questo può essere un test un po’ scomodo ma è molto meno invasivo di una biopsia.

Durante un esame rettale digitale, il medico inserirà un dito nel retto del paziente. Il medico indossa un guanto lubrificato durante la procedura. Il dito verrà utilizzato per avvertire anomalie della ghiandola prostatica.

Ci sono molti casi in cui un esame rettale digitale può mostrare anomalie. Nella maggior parte dei casi, queste anomalie riguardano l’iperplasia prostatica benigna. La possibilità di cancro alla prostata non deve essere trascurata.

Ultrasuoni trans-rettali

Un’ecografia è spesso considerata un’alternativa efficace a una biopsia. Durante questa procedura, un piccolo dispositivo viene inserito nel retto. Il dispositivo è dotato di una tecnologia che utilizza vibrazioni sonore per produrre immagini ad ultrasuoni.

L’obiettivo è generare un’immagine della ghiandola prostatica del paziente. L’immagine consente al medico di determinare se ci sono anomalie con la ghiandola prostatica. In alcuni casi possono anche essere rilevate escrescenze correlate a tumori alla prostata.

La procedura è generalmente considerata indolore. Non vengono effettuate incisioni per condurre un’ecografia transrettale. Il paziente può sentirsi ovviamente un po’ a disagio mentre il dispositivo viene inserito nel retto, ma niente in confronto ad una biopsia.

MRI

Le scansioni di risonanza magnetica (MRI) creano immagini dettagliate dei tessuti molli nel corpo usando onde radio e magneti potenti.

Le scansioni MRI possono fornire ai medici un quadro chiaro della prostata e delle aree vicine. Le scansioni MRI possono mostrare se il cancro si è diffuso all’esterno della prostata nelle vescicole seminali o in altre strutture adiacenti.

Questo può essere molto importante nel determinare le opzioni di trattamento del cancro alla prostata.

La risonanza magnetica multi-parametrica è una tecnica più recente che può essere utilizzata per aiutare a definire meglio possibili aree di cancro nella prostata, nonché per avere un’idea di quanto velocemente il cancro potrebbe crescere. Può anche aiutare a mostrare se il cancro è cresciuto fuori dalla prostata e si è diffuso ad altre parti del corpo.

Test delle Urine MIPS

Come anticipato, anche se un test del PSA può indicare un aumento degli antigeni specifici della prostata, questo può significare molte cose diverse. Molti medici preferiscono condurre anche un test MIPS. Questo test cerca tre diversi marcatori nel corpo del paziente.

I marcatori che il test cerca includono PSA sierico, PCA3 e TMPRSS2: ERG. Il TMPRSS2 è un marcatore spesso indicato anche come T2: ERG.

I marcatori T2: ERG e PCA3 possono essere identificati in un campione di urina.

Un’elevazione in questi due marcatori è generalmente considerata dannosa. Nella maggior parte dei casi, livelli elevati di T2: ERG e PCA3 sono un’indicazione del cancro alla prostata. È considerato estremamente raro che un paziente non abbia il cancro alla prostata quando questi marcatori sono elevati.

Il test è spesso considerato uno strumento di valutazione del rischio. Funziona anche per aiutare i medici a prendere una decisione più accurata.

Conclusioni

Il processo di screening del cancro alla prostata spesso include l’uso di una biopsia per identificare la presenza di cellule tumorali.

I pazienti devono assicurarsi che vengano condotti test appropriati quando vengono rilevate anomalie nella ghiandola prostatica.

Gli effetti collaterali di una biopsia prostatica possono essere seriamente invalidanti e non è quindi sempre necessario sottoporsi ad una procedura così invasiva. Abbiamo esaminato alcune delle opzioni alternative disponibili, e nella maggior parte dei casi, uno di questi testo o più d’uno aiutano il processo di diagnosi senza una biopsia.

Valuta bene quindi ciò che ti viene proposto dal medico che potrebbe non essere aggiornato sulle nuove possibilità o tecnologie.

 

Fonti

  1. Cancer.Net. (2019) Prostate Cancer: Statistics: https://www.cancer.net/cancer-types/prostate-cancer/statisticshttps://www.cancer.net/cancer-types/prostate-cancer/statistics
  2.  Canadian Urological Association Journal. (2013) How reliable is the 12-core prostate biopsy procedure in the detection of prostate cancer?: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3668408/
  3.  Reviews In Urology. (2008) Using Biopsy to Detect Prostate Cancer: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2615104/
  4. Coyle C, Morgan E, Drummond FJ, Sharp L, Gavin A. Do men regret prostate biopsy: Results from the PiCTure study. BMC Urol. 2017;17(1):11. Published 2017 Jan 26. doi:10.1186/s12894-016-0194-y