ormoni e prostata

In questo articolo il Dr. Buracchi, nutrizionista e psicologo, ci spiega nei dettagli qual è il ruolo degli ormoni nella prostata ingrossata.

Capire questo meccanismo può essere utile a tutti gli uomini che non si limitano a delegare la responsabilità della propria salute al medico, ma si assumono la piena responsabilità del proprio essere.

Pur utilizzando un linguaggio a tratti scientifico nell’articolo, abbiamo tutti gli strumenti per comprendere la relazione tra ormoni e prostata.

Gli ormoni sono molecole che hanno la funzione di “messaggeri”, trasmettono cioè segnali da una cellula all’altra.

L’argomento ti interessa ma c’è qualcosa che non capisci?

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Gli Ormoni e la Prostata

Il meccanismo che porta all’Ipertrofia prostatica benigna è senz’altro multi-fattoriale e non ancora completamente conosciuto.

Tuttavia è ben noto come una parte rilevante sia dipendente dagli ormoni androgeni e in particolare dal Diidrotestosterone (DHT), androgeno cruciale anche per lo sviluppo e la normale crescita della Prostata.

Il precursore del DHT è un altro androgeno, il testosterone, la maggior parte del quale è prodotto dalle cellule di Leydig del testicolo in risposta a segnali ormonali provenienti dall’ipotalamo:

schema produzione testosterone dht

Il testosterone è secreto con ritmo circadiano, raggiungendo il picco ematico nelle primissime ore del mattino, per poi calare durante il resto della giornata, ritmi che almeno in parte possono andare incontro a modifiche con l’età.

Il DHT viene sintetizzato dal testosterone per azione di un enzima che si trova nelle membrane nucleari, la 5α-reduttasi.

Di questo enzima ne esistono 2 tipi chiamati Tipo 1 e Tipo 2.

La 5α-reduttasi Tipo 2 si trova prevalentemente nella prostata e in altri tessuti genitali mentre la Tipo 1 si trova in varie zone del corpo.

Entrambi questi enzimi si trovano anche nel fegato ma differiscono tra loro per varie caratteristiche e soprattutto hanno una diversa risposta agli inibitori della 5α-reduttasi.

Il DHT è l’ormone androgeno più potente dell’organismo e la sua attività è 4-5 volte superiore rispetto a quella del testosterone.

Come anticipato, viene prodotto grazie all’azione dell’enzima 5α- reduttasi che rende semplice il doppio legame esistente tra il carbonio 4 ed il carbonio 5.

Questa piccola modifica aumenta notevolmente l’affinità del DHT per i recettori androgeni, potenziandone, di conseguenza, l’attività.

L’enzima 5α-reduttasi è presente soprattutto a livello della prostata, dei testicoli, dei follicoli piliferi e delle ghiandole surrenali.

La sua azione è importantissima già durante la vita intrauterina, quando il DHT determina lo sviluppo dei genitali esterni maschili.

Dalla pubertà in poi, il DHT sostiene lo sviluppo dei cosiddetti caratteri sessuali secondari, come l’abbassamento del tono della voce, la crescita dei peli facciali e corporei, la stempiatura e la secrezione sebacea.

Il DHT è inoltre importante per lo sviluppo delle masse muscolari e, a livello psicologico, per la comparsa dello stimolo sessuale.

L’asse di segnalazione degli androgeni

Lo sviluppo e la crescita della prostata normale così come lo sviluppo dell’IPB o il cancro alla Prostata dipendono da una asse funzionale di segnalazione degli androgeni i cui componenti includono:

1) Sintesi del testosterone nei testicoli e nelle ghiandole surrenali.

2) Conversione del testosterone in DHT.

3) Trasporto del DHT ai tessuti bersaglio.

4) il DHT si lega al suo recettore bersaglio con conseguente modulazione dei geni.

Il DHT diviene fisiologicamente attivo legandosi al recettore androgeno membro di una superfamiglia di recettori intracellulari nucleari che include anche recettori di ormoni steroidei e dell’ormone tiroideo.

Il DHT (l’ormone androgeno più potente) ha, in sostanza, una maggior affinità per i recettori degli androgeni del testosterone.

Questo rende il DHT il primo responsabile di questo complesso processo.

Il DHT che si lega al complesso del recettore androgenico ha come conseguenza una cascata di eventi necessari per la formazione dei fattori di segnalazione che regolano la crescita cellulare.

Nella prostata, ad esempio, il legame di DHT/complesso androgeno a specifici elementi di risposta androgena, causa la produzione di proteine come l’Antigene Prostatico Specifico (PSA) e proteine regolatorie che modulano la crescita e la funzione cellulare.

La prostata è composta da circa 30-50 condotti rivestiti da cellule epiteliali e circondati da uno stroma fibromuscolare.

Sebbene siano tipi di tessuti distinti, lo stroma e l’epitelio interagiscono grazie a meccanismi di segnalazione cellulare che includono quelli mediati dal DHT e da fattori di crescita DHT-dipendenti.

La 5α-reduttasi, il DHT ed i recettori per gli androgeni sono presenti sia nello stroma che nell’epitelio della prostata.

Si pensa che il DHT agisca sulle cellule della Prostata attraverso vari meccanismi che includono quelli endocrini, paracrini ed autocrini:

effetti del DHT nella prostata

Così come avviene con il DHT, i mediatori dipendenti dal DHT ed i fattori di crescita possono agire per via di meccanismi paracrini o d autocrini per influenzare le funzioni cellulari.

Per mezzo di questi meccanismi DHT e fattori di crescita DHT- dipendenti regolano il normale sviluppo pre e post natale dei genitali maschili e della prostata così come una crescita “anomala” della Prostata.

Ruolo del DHT nel Normale Sviluppo della Prostata

Durante il normale sviluppo il DHT è responsabile della differenziazione della prostata fetale e dello sviluppo dei genitali maschili esterni.

Qui puoi leggere la correlazione tra Prostata e DHT.

Oltre a ciò il DHT modula la funzione della Prostata nell’adulto, contribuendo con gli altri androgeni al mantenimento dell’omeostasi dei processi di proliferazione cellulare e di morte programmata delle cellule, detta apoptosi.

equilibrio omeostatico prostata

La proliferazione cellulare e l’apoptosi sono meccanismi androgeno – dipendenti disposti da intermediari messi in moto dal legame del DHT con i recettori androgeni.

Il DHT indirettamente media l’espressione dei geni che controllano la proliferazione cellulare e la morte cellulare controllando l’espressione e la secrezione dei fattori di crescita.

Studi su animali mostrano che i fattori di crescita secreti dalle cellule stromali della Prostata possono agire sulle cellule epiteli ali attraverso la modalità paracrina per incidere sulla proliferazione e l’apoptosi.

Negli umani il DHT può stimolare la produzione e la secrezione di fattori di crescita come il fattore stimolante la crescita epidermica (EGF), il fattore di crescita dei cheratociti (KGF) ed il fattore di crescita insulinosimile (IGFs), tutti modulatori della proliferazione cellulare.

Similmente il DHT ha effetto sull’attività del fattore di crescita mutazionale ( TGF) che modula l’apoptosi.

Il DHT ha un ruolo positivo nella prostata in via di sviluppo ma questo ruolo può divenire negativo nella prostata adulta dato che ne provoca la crescita patologica.

squilibrio prostatico

Il Ruolo del DHT nell’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB)

Coerentemente con il suo ruolo nel mantenere l’equilibrio tra la proliferazione e la morte cellulare nella Prostata, il DHT ha un ruolo importante nell’ingrossamento della prostata (o IPB), derivante da un simultaneo aumento del numero delle nuove cellule e da una ridotta apoptosi.

Il DHT piuttosto che il testosterone appare essere il responsabile di questo anche in considerazione del fatto che mentre quest’ultimo decresce in funzione dell’età i livelli di DHT non diminuiscono in modo apprezzabile.

L’alterazione nell’omeostasi potrebbe derivare da una perturbazione nei livelli di androgeni o nella loro funzionalità come nel caso di una risposta alterata dei recettori per gli androgeni alla stimolazione da parte del DHT e/o dalla perturbazione nei livelli o nel funzionamento dei fattori di crescita mediati dal DHT.

Il Ruolo degli Estrogeni nella Prostata Ingrossata (IPB)

Dobbiamo comunque ricordare, come detto sopra, l’origine multifattoriale dell’IPB anche perché non tutti gli uomini rispondono allo stesso modo ai trattamenti oggi esistenti, facendo sospettare un ruolo anche di altri fattori oltre agli androgeni ed in particolare il DHT.

Il testosterone, infatti, può anche venir metabolizzato via CYP19/aromatasi in un potente estrogeno, l’Estradiolo-17 β (E2).

La prostata, infatti, è un tessuto bersaglio per gli estrogeni che, quindi, direttamente o indirettamente hanno effetto sulla crescita e la differenziazione della prostata.

Gli estrogeni e i Modulatori Selettivi dei Recettori per gli Estrogeni (SERMs) si sono dimostrati essere promotori o inibitori della proliferazione cellulare, indicandoci un loro ruolo potenziale nell’ IPB.

Ricerche recenti hanno dimostrato che i sentieri di segnalazione dei recettori per gli estrogeni possono essere importanti nelle sviluppo ed il mantenimento dell’IPB e dei sintomi urinari.

L’E2 è considerato il più potente estrogeno nell’uomo ed è importante per molteplici processi fisiologici compresa la maturazione e mineralizzazione ossea, la massa ossea massima e il metabolismo lipidico e della pelle.

Nell’uomo la maggior parte dell’E2 circolante è formato dall’aromatizzazione del testosterone, principalmente nel grasso e nel muscolo, mentre fino al 20% è secreto dalle ghiandole di Leydig del testicolo.

Il livello di E2 nel siero non necessariamente riflette il livello dello stesso nei tessuti. A questo proposito la produzione in sito dell’E2 prostatico può influenzare i processi locali di regolazione degli estrogeni.

Tale produzione locale di E2 è stata implicata nell’IPB e la perdita dell’espressione dell’aromatasi causa una diminuita proliferazione della prostata indotta dagli estrogeni.

Normalmente si pensa alla prostata come ad un tessuto bersaglio per gli androgeni ma è anche un importante bersaglio per gli estrogeni.

Sebbene l’E2 sia stato il primo estrogeno studiato nelle ricerche sulla prostata, un ampio numero di altre potenziali fonti di estrogeni possono avere un ruolo positivo o negativo.

Gli effetti di questi steroidi sessuali non sono ancora completamente conosciuti ma probabilmente influenzano la prostata ingrossata.

Il loro meccanismo d’azione, inclusa la promozione o la soppressione della proliferazione e differenziazione dipende dalla loro specificità e dall’attivazione dei Recettori per gli Estrogeni (ERs).

Il fatto è che nell’uomo, con l’età, mentre gli androgeni nel siero diminuiscono, i livelli di E2 rimangono relativamente costanti e così l’effetto complessivo è un aumento del rapporto tra E2 e testosterone, che è associato con lo sviluppo dell’Ipertrofia prostatica e dei sintomi urinari.

Alcuni studi hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione tra gli estrogeni serici ed il volume della prostata ed altre caratteristiche dell’ IPB mentre altri non sono riusciti a dimostrare questa correlazione.

È comunque evidente una correlazione tra il volume della zona di transizione ed il volume della prostata con l’Estrone (E1) presente nel siero.

Oltre a ciò uno studio su 49 uomini che avevano subito una prostatectomia radicale per un tumore alla Prostata di piccolo volume ha dimostrato che il volume dell’istologia dell’IPB in questi campioni correlano con i livelli nel siero di T, E2, E1.

Fonte: Dr. Buracchi

Conclusione

In questo articolo il Dr. Buracchi ci spiega esattamente la correlazione tra la produzione ormonale e la prostata.

Dalle sue ricerche e dagli studi effettuati è evidente che uno squilibrio nel rapporto tra testosterone ed estrogeni sia sempre presente quando c’è un ingrossamento della prostata.

Gli studi a riguardo tuttavia sono ancora immaturi e non in grado di avere un quadro completo della situazione.

E’ innegabile tuttavia che esaminare la nostra situazione ormonale può indicarci lo squilibrio e invitarci ad agire su tutte le dinamiche che possano influenzare l’ago della bilancia.

Spero presto di approfondire l’argomento perché credo che le terapie ormonali possano presto sostituire o affiancare le terapie convenzionali e la medicina moderna dovrà finalmente prendere in considerazione tutti gli aspetti di una malattia.