Ebbene sì, spesso facciamo scelte controproducenti per la nostra salute.
Come mai? Per spiegarlo faccio riferimento a un libro dal titolo interessante: Cosa rende felice il tuo cervello: (e perché devi fare il contrario) e al suo ancor più interessante contenuto.
Il libro infatti sintetizza le ultime scoperte delle neuroscienze sul modo in cui il nostro cervello gestisce le informazioni.
Un tema particolarmente affascinante è quello del “confirmation bias”, ovvero una scorciatoia di pensiero secondo cui tendiamo a selezionare attivamente informazioni che confermano le nostre convinzioni, tralasciando le altre.
In altre parole:
Il Nostro Cervello Desidera Certezze
Vogliamo vivere in un mondo che sia prevedibile e perciò cerchiamo conferme ovunque. Vogliamo che ci sia una certa coerenza nel nostro modo di vivere.
Stiamo bene quando ci sentiamo nel giusto. Se le nostre credenze vengono minacciate, spesso reagiamo irrazionalmente rifiutando le prove che ci vengono messe davanti.
Se una una certa intelligenza e onestà intellettuale, riuscirai a a trovare confirmation bias ovunque, in te e soprattutto nelle persone che frequenti (negli altri è più facile), relativi alla rivoluzione socio-economico-sanitaria che stiamo vivendo.
Ecco alcuni esempi tratti dal libro.
Una psicologa ben preparata che cade nella trappola del movimento del “pensiero positivo”.
Legge libri come The Secret, e crede che se pensa a qualcosa abbastanza a lungo, questa si realizzerà nella sua vita.
Ad esempio se vuole una bella macchina, come una BMW e ci pensa abbastanza, riuscirà a materializzarla.
Perciò mette delle immagini della macchina sul frigo e comincia a vederla ovunque.
Ciò rinforza la sua convinzione che questo sistema di pensiero positivo stia funzionando. In realtà, il suo cervello ha cominciato a cercare quella macchina ovunque, consentendole di vederla dove prima semplicemente non la notava.
Attenzione, non sto dicendo che non può funzionare, ho usato con successo la visualizzazione creativa in passato e la uso ancora. In The Secret mancano comunque “dei pezzi” fondamentali, ma il punto qui è un altro.
Un gruppo di arti marziali che crede in una misteriosa abilità chiamata “Kiai”
Questa abilità donerebbe a chi la possiede (il maestro Kiai) il dono dell’invincibilità.
Un “maestro Kiai”, sentendosi invincibile, pubblica dei video che mostrano i suoi studenti mentre tentano di batterlo, senza successo.
Egli è così convinto (e lo sono anche i suoi studenti) che questo potere magico esista, da sfidare chiunque a batterlo in Tv, mettendo in palio 5000 dollari.
Per farla breve, un praticante di arti marziali riesce abbastanza facilmente a battere il “maestro”, ma questo non basta a mettere seriamente in discussione la convinzione che egli sia invincibile e i suoi sostenitori subito trovano un modo per spiegare la sconfitta.
Nutrirsi di prana: I fenomeno dei breathariani
Jasmuheen, un’australiana famosa per aver dichiarato di potersi nutrire esclusivamente di aria e luce, tempo fa è stata sfidata a dimostrare le sue affermazioni da un team televisivo.
La dimostrazione, che fu un totale insuccesso, non riuscì comunque a scalfire la sua convinzione (e quella dei suoi seguaci) di essere effettivamente una breathariana.
Attenzione anche qui, io credo davvero che in determinate condizioni sia possibile “vivere di luce”, ma l’esempio del libro pone l’accento su questa particolare capacità del cervello di vivere di conferme, tipica di chi si è costruito una realtà mentale e fa fatica a lasciarla andare.
Ma Perché lo Facciamo?
Perché, anche quando ci vengono presentate delle prove che smentiscono le nostre convinzioni, cerchiamo comunque un modo per renderle plausibili?
Come già accennato si tratta del confirmation bias:
Se ammettiamo di esserci sbagliati, potrebbe significare che il mondo è un posto insicuro.
Suona molto minaccioso.
Se dovessimo mettere in discussione l’efficacia di un farmaco (come i “vaccini”) dovremmo mettere in dubbio che i governanti attuali si occupino davvero del bene dei loro popoli (ogni riferimento è casuale :-)).
Questo passo è impegnativo per la maggior parte delle persone perché richiede una presa di responsabilità totale che prima era stata delegata all’autorità di turno (il medico, il governo, il maestro di yoga etc…)
In realtà è qui il beneficio. Il “male” è sempre al servizio del “bene”. Che ci piaccia o no questa presa di responsabilità è qualcosa con la quale tutti noi dobbiamo avere a che fare. Ma qui sfocio troppo nel filosofico-spirituale :-).
Conclusione
In gioco ci sono molti fattori complessi e i neuro-scienziati stanno cercando di scoprire come questo processo effettivamente avvenga.
Ecco perché è importante cercare anche dei parametri esterni per valutare il nostro stato di salute e fare delle scelte a riguardo.
Le analisi del sangue possono essere un primo indicatore, ma anche una visita da uno specialista “olistico” (un iridologo, un osteopata etc…)
Se cadiamo vittima dei nostri “Bias cognitivi” (che ci siamo creati da soli accettando alcune convinzioni), è possibile che faremo “scelte sbagliate”.
Ad esempio un solo test può non significare molto, ma se otteniamo due risultati che vanno nella stessa direzione, allora probabilmente è meglio tenerli in considerazione e fare dei cambiamenti nel nostro stile di vita.
In quali e quanti aspetti della nostra vita ci comportiamo in questo modo, rifiutando di vedere la verità perché preferiamo ricevere conferme?
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Sperimentatore e ricercatore del benessere e della salute. Appassionato di miglioramento personale da oltre 10 anni, applico e diffondo informazioni nel campo dell’alimentazione e della salute sessuale maschile. Scopri di più su di me.