L’esplorazione rettale della prostata

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L’esplorazione digitale rettale della prostata richiede un procedimento molto semplice. Il nostro urologo o andrologo indossa un guanto sottilissimo, quasi trasparente, quindi con appositi lubrificanti, inserisce l’indice nel retto del paziente, che resta in piedi, chinato sul lettino. (Approfonditamenti, in inglese)

Il dito può sentire i lobi destro e sinistro della prostata, controllarne la misura, la forma, la consistenza e la durezza. (Idealmente la prostata è liscia, simmetrica, lievemente mobile, morbida ma non troppo molle e di dimensioni normali senza sporgenze o punti duri.)

Se si riscontra qualche irregolarità si prescrivono ulteriori analisi, come il test PSA o una biopsia. Se la ghiandola è semplicemente ingrossata, si potrebbe trattare di ipertrofia prostatica benigna, una condizione fastidiosa, ma non cancerosa.

Se però si nota una consistenza particolarmente dura o si avverte la presenza di noduli, sorge il sospetto di un tumore alla prostata.

Preoccupazioni del Paziente sull’Esame Rettale

L’esame rettale è visto dalla stragrande maggioranza delle persone come qualcosa da evitare, forse a causa di qualche tabù legato alla sfera sessuale dell’uomo. Per qualche motivo infatti l’uomo ha sempre avuto timore dell’esplorazione rettale e non la maggior parte delle persone non sono confortevoli nell’affrontare l’argomento.

In realtà non c’è nessun motivo di preoccuparsi. L’urologo sa esattamente cosa fare e l’esplorazione rettale avviene in pochi minuti senza che il paziente provi dolore. Nei rari casi di dolore, questo è un segnale importante per l’urologo che farà le dovute diagnosi o prescriverà ulteriori analisi.

Difetti dell’esame digitale rettale

Anche se da molto tempo questa tecnica viene considerata come un buon esame di routine, presenta qualche difetto. Il medico infatti non può sentire l’intera ghiandola e un eventuale tumore potrebbe sfuggirgli, a meno che non si sia sviluppato proprio nelle zone raggiungibili da dito o nelle loro immediate vicinanze. Alcuni tipi di tumore infine non hanno una consistenza particolare, ma sembrano tessuto normale.

Il problema si complica ulteriormente poiché tutte le prostate non sono uguali; alcune sono più dure, più tondeggianti, più irregolari o più mobili di altre. Lo stesso discorso vale per la diagnosi di una prostatite.

Come può dunque il medico sapere se la vostra è così di natura oppure è malata? E comunque si tratta sempre di un giudizio soggettivo: quello che ad un medico sembra troppo duro o troppo molle ad un altro pare normale. L’esame rettale dunque non è perfetto; rappresenta solo un sistema semplice per cercare segnali di avvertimento.

Per approfondire se ci sono altri problemi è necessario fare delle analisi della prostata più specifiche, come il test del PSA che può indicare anomalie, come un’infiammazione (prostatite) o in casi peggiori, un cancro.

L’esplorazione rettale della prostata rimane dunque un ottimo strumento iniziale di analisi e prevenzione, ma non ci si può affidare totalmente e l’urologo dovrebbe essere consapevole di questo e comunicarlo al paziente.