ostacoli guarigione prostata

Mi occupo di aiutare le persone a risolvere i loro problemi alla prostata dal lontano 2007, quando nacque questo sito.

Negli anni ho avuto modo di entrare in contatto con migliaia di persone e ringrazio tutti quelli che hanno dato supporto al mio lavoro.

Ho appreso nel tempo che ci sono delle forme mentali che favoriscono la strada verso la guarigione, mentre altre la ostacolano.

Ci sono alcuni meccanismi inconsci che ostacolano il nostro percorso verso la guarigione della prostata e questi meccanismi possono presentarsi in tutta l’area relativa alla salute, così come in altre aree della tua vita.

In questo articolo voglio portare coscienza a quelle forme pensiero che impediscono a un atteggiamento mentale positivo di farsi strada nella nostra vita, per aprirci all’Amore verso noi stessi, l’unica vera medicina.

Cosa ostacola la mia guarigione?

Se ti riconosci in alcuni di questi atteggiamenti mentali non disperare, non c’è bisogno di alimentare ulteriormente quel parassita mentale.

Piuttosto accogli quel dialogo interno, impara ad amarlo e non cercare di mandarlo via.

Se lo fai davvero, col tempo succederà una cosa sorprendente e contro-intuitiva. Si placherà e ti darà accesso a delle sensazioni corporee che mai avresti creduto esistere dentro di te.

Più ti permetti di sentirle, più imparerai a sciogliere quei nodi emotivi che hanno creato quella contrazione fisica e mentale.

Dopo questa breve premessa cominciamo:

Incolpare gli altri

Non ho fatto una statistica delle forme pensiero che riscontro ogni giorno, ma questa è senz’altro una delle più diffuse.

In molti mi scrivono che dopo un’operazione chirurgica la loro situazione è peggiorata e che la colpa è del chirurgo, del sistema sanitario o del business che c’è dietro.

Altri mi scrivono che la colpa è del lavoro che fanno (stress, lavoro sedentario, pessima pausa pranzo etc…) oppure che in famiglia sono costretti a mangiare quello che fa la moglie.

Sono in parte d’accordo su tutto questo, ma nel momento in cui dai la colpa a loro, succedono due cose

1) Diventi vittima, cioè crei un meccanismo psicologico che non è affatto salutare alla tua situazione. Si crea di fatto un ruolo di vittima –> carnefice.

Se sono anni che alimenti il vittimismo infatti, inconsciamente attirerai un “carnefice” ovvero un colpevole per giustificare la tua situazione di salute precaria e di fatto mantenerla.

2) Deleghi la responsabilità della tua salute e di tutte le decisioni da prendere a riguardo.

Non volersi assumere la responsabilità della propria salute è il modo migliore per ritardare la guarigione poiché la tua forza e integrità sono messe da parte e non nutrite, nella vaga speranza che qualcuno o qualcosa possa guarirti.

Incolpare te stesso

Allo stesso modo, nel momento in cui hai capito che il colpevole non è esterno, potrebbe subentrare un meccanismo altrettanto dannoso, ovvero inizi a incolpare continuamente te stesso per esserti procurato la malattia.

Anche se può sembrare leggermente più evoluto come modello di pensiero, questo ruolo è altrettanto deleterio perché rinforza continuamente il ruolo opposto della vittima: il carnefice.

Diventi carnefice di te stesso, una sorta di auto punizione che ti impedisce di vedere la luce.

Il senso di colpa ti soggioga e non ti da scampo. E’ un peso enorme da portarti dietro e vanifica qualsiasi tentativo di guarigione.

Pigrizia

La pigrizia è un’altra piaga dell’evoluzione umana e della guarigione fisica ed emotiva.

Se passi le giornate seduto sul divano, soprattutto in questi periodi di reclusione, stai alimentando la pigrizia e stai di fatto insegnando al tuo corpo un atteggiamento che è contrario alle leggi naturali.

Pian piano il corpo si adegua a questa mancanza di forza di volontà e creerà sempre più resistenza al fare qualcosa, creando un meccanismo di complicità con la tua mente.

Più ti adagi fisicamente a questa pigrizia e più la tua mente sarà restia ad esplorare nuove soluzioni e attività per la tua salute poiché incontra una resistenza fisica maggiore.

Se aspetti con noia che qualcosa possa cambiare nella tua salute continuando a fare sempre le stesse cose, non succederà nulla.

Il cambiamento richiede un tuo sforzo di volontà. Se tu sei il primo che non vuole cambiare, perché la vita dovrebbe aiutarti? La vita rispetta la tua scelta!

Non avere chiare la tua priorità

Questo è il più subdolo meccanismo ed è anche il più difficile da riconoscere a mio avviso perché richiede un’introspezione veramente profonda.

Se dentro di te non hai ben chiaro cosa vuoi davvero dalla tua vita, sei in balia del vento. Sarai attratto da desideri superficiali che ti impediscono di toccare quella profondità necessaria a valutare le tue azioni.

Un esempio estremo per farti capire il concetto: se un tuo desiderio attuale è avere quante più donne possibili con cui andare a letto, potresti facilmente ignorare i segnali del tuo corpo che magari ti suggeriscono l’esatto opposto.

Potresti essere tentato di registrarti a un sito di incontri e usare il Viagra per soddisfare tutte le donne disponibili, magari ignorando la tua salute e pentendotene in seguito.

Questo succede dando la priorità a un aspetto più superficiale della tua vita. E’ ok se serve da lezione e impariamo dai nostri errori, ma è molto importante guardarsi dentro e capire davvero cosa siamo venuti a fare su questo pianeta.

Una domanda che puoi porti (toccati pure :-)), è:

Se dovessi morire stanotte, sono davvero soddisfatto per come ho vissuto finora? Posso morire in pace?

Credere di essere destinati alla malattia

Questa è un’altra forma pensiero che è molto insidiosa, ma per fortuna facile da riconoscere.

E’ una forma di vittimismo più subdola perché non necessariamente cerca un colpevole.

E’ una sorta di rassegnazione, probabilmente dovuta dal fatto che sono molti anni che hai un problema alla prostata e ormai hai scelto di credere che dovrai soffrirne per sempre e che morirai con quel fastidio.

Il problema è che si crea una “profezia auto-avverante” ovvero il fatto che ti immedesimi con un’immagine di te stesso malata e sofferente, crea e rinforza quella realtà.

Rassegnazione senza amore porta solo a rinforzare quell’immagine di te malata che diventa sempre più radicata.

“Combattere” il problema

L’opposto della rassegnazione è combattere.

In ambito medico, soprattutto in questi giorni siamo portati a credere che dobbiamo combattere la malattia, “il virus” o chissà quale altro batterio malvagio insediatosi nel nostro sistema.

Come se la malattia fosse davvero qualcosa di esterno da combattere.

“Combattere” un problema o un sintomo è un atteggiamento mentale che lo rinforza continuamente, non lo accoglie.

E’ un modo che trova la nostra mente di non sentire quel dolore fisico o emotivo che c’è dietro, quando in realtà ha solo bisogno di essere ascoltato e amato totalmente.

E’ un atteggiamento combattivo che si pone in sfida e lotta col problema stesso, dandogli energia e di fatto alimentandolo sempre di più.

Conclusione

Grazie e congratulazioni per aver letto fin qui, spero che queste mie riflessioni possano aiutarti a portare coscienza a questi meccanismi auto-sabotanti che si insediano nella nostra mente ogni giorno.

Rendersi conto di quello che facciamo internamente è il primo passo per tornare con tutta la nostra integrità maschile a riprenderci la responsabilità della nostra salute fisica, emotiva, mentale e spirituale.

Se c’è interesse, in un prossimo articolo potrò approfondire quali sono i meccanismi mentali delle persone che hanno avuto successo col Programma Prostata in Forma e quelli che si manifestano in tutte le persone che eccellono in qualcosa.

Lascia pure un commento a questo articolo se lo desideri!

Un grande abbraccio.