Buongiorno a tutti voi lettori di questo blog!
Sono stato assente per qualche settimana per una buona causa. Ero immerso nella foresta amazzonica con internet molto limitato e impegnato in altre belle cose.
In questo articolo parlerò di questa esperienza, di cosa sono andato a fare, chi ho incontrato e di quali sono i miei progetti attuali e futuri.
Il Viaggio
Premetto che non sono andato come turista. Insieme a un gruppo di 8 italiani siamo stati ospiti del villaggio Novo Futuro, ben immerso nella foresta dell’Acre, una regione a nord ovest del Brasile.
Il villaggio è a 2 giorni di barca da Tarauacà, l’ultima cittadina prima di addentrarsi nella foresta attraverso il fiume Murù.
Ed è quello che abbiamo fatto!
Con piccole barche a motore ci siamo imbarcati e abbiamo navigato le difficili acque basse del fiume, pieno di tronchi incagliati e anse molto, molto tortuose.
Il fiume visto dall’alto è come la loro Jiboia, il serpente boa costrittore, tanto venerato dai popoli nativi di queste terre sudamericane.

Questo villaggio è la casa di Ninawa Pai da Mata, un grande Pajé (capo spirituale), che avevo già avuto modo di conoscere in Italia e in Inghilterra, perché è spesso ospite di festival di musica medicina o conduttore di cerimonie della sua tradizione, il popolo Huni Kuin.
Il viaggio è stato molto impegnativo dal punto di vista climatico.
Entrare nella foresta non è uno scherzo, è necessaria un po’ di preparazione psicofisica.
Madre Natura lì è padrona indiscussa, venerata e rispettata da questi popoli così connessi e quindi in totale armonia con essa.
Ho dormito per 3 settimane in un’amaca (con zanzariera), in una capanna con tetto di lamiera, circondato dai suoni assordanti degli esseri della foresta, principalmente insetti.
I colori del tramonto insieme al canto degli uccelli e misteriosi animaletti della foresta hanno reso sopportabile tutto ciò :-).

I Nativi
Dopo 4 giorni e mezzo di viaggio, siamo stati accolti da decine di bambini gioiosi e dopo i saluti del capo villaggio, davanti ad un tè di foglie di avocado, ci hanno accompagnato nella nostra capanna.
Il popolo della foresta è stata la sorpresa più grande di questo viaggio.
Ne avevo incontrati in Italia e all’estero, ne avevo sentito parlare attraverso le storie di altri viaggiatori e ricercatori, ma viverli con i miei sensi è tutt’altra cosa.
Sono veramente degli esseri incantati.
I segni sul volto e su tutto il corpo se li fanno per protezione energetica e come si divertivano a dipingere anche noi!
Sono piccoli di statura ma fisicamente scolpiti dalla dura vita della foresta. Un po’ scuri di pelle ma con disegni in tutto il corpo ed estremamente colorati con collane e vestiti che loro stessi producono.
Quelli che ho incontrato sono molto giovani, una media di 25 anni di età nel villaggio. A 15 anni le donne hanno già dei figli e ho visto pochi anziani.
La cosa che più mi colpisce però di queste persone è lo sguardo. I loro occhi ti penetrano dentro come laser, vedono le parti più nascoste di te e le osservano con amore e compassione.
Possono essere molto timidi e riservati, ma nonostante questo si manifestano divinamente quando suonano e cantano.

Nella tribù tutti suonano la chitarra o le percussioni. E lo fanno bene. Probabilmente iniziano molto giovani e la musica è il loro modo di innalzarsi d’animo.
La musica è nel loro sangue, hanno una ritmica particolare e i loro canti sono preghiere.
Loro pregano cantando.
Ecco un brano di esempio filmato da un team di professionisti:
Chiamano le forze della foresta e ringraziano ogni essere vivente e Yushibu (il grande spirito, o Dio) in ogni loro canto e ballo che fanno.
Il loro motto è “ESKAWATA KAYAWE’ ” che significa trasformazione continua.
Schiavizzati nelle piantagioni di caucciù dai coloni portoghesi, questi popoli stanno adesso recuperando le loro tradizioni pre-colombiane, attraverso l’uso delle loro potenti medicine che aprono la connessione coi piani astrali e sottili della coscienza umana.

La Dieta
Lo scopo di questo viaggio era La Dieta.
Dieta per i nativi ha un significato molto più profondo e diverso da come la intendiamo noi. La dieta è un periodo di profonda disintossicazione psico fisica.
Durante la dieta non si dicono parolacce, non ci si abbraccia e non si fa sesso.
E’ un periodo di profondo raccoglimento interiore in cui grazie anche all’uso di piante, si ha accesso ai territori inesplorati del nostro inconscio, le terre che abbiamo ben sepolto dentro di noi perché spiacevoli da sentire e attraversare.
A livello alimentare ho mangiato per 2 settimane praticamente solo manioca (un tubero della foresta) e un po’ di mais.
Quando era festa un po’ di riso e fagioli e pop corn!
Il tutto rigorosamente senza né sale né zuccheri.
Per favorire l’idratazione a giorni alterni avevamo la benedizione dell’acqua di cocco verde, una vera manna col clima torrido della foresta.
Sto parlando di 35 °C con un’umidità pari al 90%.
Un Temazcal naturale come spesso lo definisce Ninawà. (Il temazcal è una capanna sudatoria, tipica di alcuni popoli del centro e nord America).
Prima di entrare in dieta però abbiamo avuto il piacere di assaggiare Açaì al naturale (una bacca molto nutriente) e carne di Jacaré, un piccolo alligatore che popola il fiume.
Quindi ho mangiato carne?
Sì, mi sono adattato alle abitudini dei nativi, non ho avuto nessun problema se non a mandarla giù quella carne bianca fibrosa.
I nativi della foresta sono comunque dei cacciatori.
Loro cacciano per sopravvivenza, per sussistenza.
Non avendo frigoriferi cacciano solo quello che gli serve per mangiare, non accumulano, non abusano, non allevano (se non qualche gallina).
La caccia è un rituale, è sacro ed è parte integrante della loro cultura.
Ma perché non coltivano? Perché le condizioni climatiche sono molto ardue e le inondazioni molto frequenti. Inoltre probabilmente non hanno le conoscenze per farlo e semplicemente non sono interessati.
Tuttavia potrebbero avere della frutta magnifica e infatti hanno banane e papaia, ma non molto altro. Il resto se lo procurano spontaneamente raccogliendo quello che offre la foresta.
Le Medicine della Foresta
Le chiamo medicine perché effettivamente curano, ma non hanno niente a che vedere con le medicine che troviamo in commercio nelle nostre farmacie.
La foresta amazzonica è la vera farmacia del pianeta, nel senso che ospita migliaia di specie di piante e animali che vengono utilizzati tradizionalmente da millenni per curare ogni tipo di disturbo.
Non è un caso che molti dei farmaci che vengono venduti oggi, hanno dei principi attivi che hanno origine in piante dell’Amazzonia.
Tuttavia le medicine di cui ti parlo sono medicine per lo spirito.
La regina della foresta, la bevanda sacra di questi popoli nativi è l’Ayahuasca, un decotto composto da una liana e da una foglia di due piante differenti.

Solo se cucinate insieme e in un certo modo, l’Ayahuasca è attiva e permette di essere assimilata dai nostri corpi.
Questa medicina che fa parte ormai del mio sistema da molti anni, ha un grande potere, non a caso è denominata pianta maestra.
E’ effettivamente uno spirito vivente che può insegnarci a conoscere noi stessi e a tornare ad essere Uno.
Durante il processo di riunificazione con noi stessi è necessario che delle parti di noi muoiano, o semplicemente escano.
Solitamente avviene attraverso il vomito, ma può essere anche con un pianto liberatorio (le lacrime) o una scarica di diarrea.
Questo spiegato in maniera molto semplice, ma in realtà è molto più complesso di così e non è possibile spiegare come questo sia possibile attraverso le parole e senza vivere l’esperienza.
L’ayahuasca è anche chiamata La Madre, grazie al suo spirito amorevole e femminile che la caratterizza (femminile anche nel senso che non sai mai quello che ti capita :-)).
E’ considerata non a caso, la madre di tutte le piante enteogene (dal greco “enthos” significa con Dio dentro), cioè delle piante maestre che hanno un particolare potere psicoattivo.
Oltre all’Ayahuasca queste popolazioni usano il Rapé, una polvere di tabacco e ceneri di piante che viene soffiata nel naso durante le cerimonie.
Il rapé al contrario è una medicina molto maschile e porta chiarezza e forza, ma non senza prima aver fatto un processo di pulizia.

Infine un’altra delle mille medicine che hanno è il Kambo, una bellissima rana della foresta che ha un potere enorme per la cura di molteplici problemi fisici, emotivi e psicologici.
Questa è la medicina che studio già da più di 10 anni e che servo con piacere a chiunque abbia la volontà di esplorare sé stesso in profondità.
Il viaggio nella foresta mi ha permesso di approfondire ulteriormente questo studio e di entrare in connessione più profonda con questa rana poderosa.
Ho già scritto un articolo sul Kambo, quindi non mi dilungo. Puoi approfondire qui se sei interessato e se vuoi ricevere un trattamento da me:

Kambo: La Poderosa Rana della Foresta Amazzonica.
Per qualsiasi informazione a riguardo scrivimi pure dall’area contatti.
E Adesso?
Ecco, cari amici, in breve, il racconto della mia avventura nella foresta amazzonica.
Spero di avervi trasmesso un po’ della magia e della bellezza di questa esperienza unica.
Ritrovarsi immersi in una cultura così antica e connessa alla natura mi ha profondamente arricchito e insegnato tanto.
Adesso che sto ancora integrando tutto quello che ho ricevuto mi trovo in una situazione di cambiamenti che spero di affrontare nel migliore dei modi.
Prostata In Forma anche sta cambiando e sta prendendo una piega più “sciamanica”, trovando le connessioni e le ripercussioni che il nostro passato (ancestrale ed emotivo) ha sulle nostre cellule prostatiche e sulla nostra sessualità.
Mi sto dedicando molto al Kambo e ho appena creato un nuovo spazio in Toscana per ospitare piccoli cerchi di gruppo con questo sacramento della foresta:

Se avete domande o curiosità, non esitate a contattarmi!
Haux Haux!

Sperimentatore e ricercatore del benessere e della salute. Appassionato di miglioramento personale da oltre 10 anni, applico e diffondo informazioni nel campo dell’alimentazione e della salute sessuale maschile. Scopri di più su di me.
La cosa che più mi colpisce è il digiuno con le loro preghiere ma sempre rivolte verso DIO.
Sembra che la foresta e il corpo e lo spirito siano come la loro bibbia..TI SALUTO GRAZIE PER LE NOVITA’ BUONA VITA!
Ciao
Grande Marco. Molto interessante.
Mauro Ricci.