Ti ho mai raccontato la storia di come sono diventato vegetariano?
Avevo 22 anni e dopo aver scoperto i miei problemi alla prostata stavo capendo che avrei dovuto cambiare qualcosa nel mio stile di vita per guarire davvero.
M’imbattei in un corso di Yoga integrale autentico a Siena (la città in cui studiavo e vivevo) e da lì in poi la mia vita cambiò radicalmente.
La calma e centratura del mio insegnante e la sua cura nel trasmettere la sua disciplina furono di grande ispirazione.
Le tecniche e posture che ho imparato in quel corso (durato circa 7 anni) me le porto dietro ancora oggi con estrema gratitudine.
Lo stile alimentare che accompagna questa disciplina di origine indiana è ovo-latto-vegetariano e studiando con Amoyoga appresi che la dieta è un concetto molto più ampio e complesso del semplice “mangiar bene”.
Da lì è iniziata la mia ricerca anche nel settore alimentare e spinto dalla voglia di trovare la dieta perfetta per la mia prostata e il mio benessere iniziai a sperimentare sul mio corpo vari tipi di diete vegetariane e digiuni.
Anche se fu abbastanza naturale cambiare la mia alimentazione, dovetti affrontare il mondo intorno a me che si opponeva a questa mia scelta.
La mia famiglia e in particolare mio padre erano contrari, ma anche tutti i miei amici iniziarono a sfottere e ridicolizzare.
C’è da dire che 20 anni fa essere vegetariani o vegani era ancora visto dalla massa come qualcosa di strano. Adesso è molto comune e quasi accettato anche in Italia.
Dovetti affrontare quindi non solo le mie resistenze al cambiamento, ma anche quelle degli altri e mi rendo conto che i miei ideali hanno contribuito enormemente ad approfondire e applicare questo stile di vita.
In particolare c’era una motivazione più forte ancora dei miei problemi di salute, che mi aiutava a rimanere saldo alla mia decisione.
Il bene per il pianeta in cui vivo.
Trascorsi vari mesi a studiare libri e a sfogliare riviste sul settore, pensando all’inizio che autori come John Robbins probabilmente avevano esagerato con alcune delle loro affermazioni.
Ma ora, allibito, eccolo qui, davanti a me, il male in bella vista, proprio nei documentari e libri che leggevo.
A proposito, hai mai visto il documentario Earthlings? (Qui in italiano).
E’ tutto vero.
Le malattie dilaganti. L’uso eccessivo di antibiotici. Gli animali stipati in piccoli spazi. La muta forzata delle galline. La mutilazione. Il tentativo del settore di cambiare la percezione del pubblico. La manipolazione.
E non tentavano neanche di nasconderlo! Ogni singolo fatto nel libro di John Robbins è stato verificato e sono usciti altri documentari che diffondono la verità sugli allevamenti di bestiame (Dominion ad esempio).
A quel punto, diventai un vegetariano militante! Sapevo che questo avrebbe cambiato il mondo. Sapevo che questo aveva il potere di cambiare la società. Sapevo che ci sarebbero stati alcuni seri cambiamenti.
Ma mi sbagliavo
Non solo ero troppo ottimista sulla capacità delle persone di accettare fatti e cambiare di conseguenza, ma ero anche troppo ottimista su ciò che la dieta poteva fare.
Quando poi iniziai a mangiare cibi crudi, la mia convinzione che la dieta fosse la risposta a tutto si rafforzò ulteriormente. E anche quella convinzione si rivelò sbagliata.
18 anni dopo, sono forse un po’ più saggio su tutto. Mi sono reso conto che la dieta non risolverà il 100% dei nostri problemi di salute e ambientali.
Potrebbe risolverne solo l’80%! Il che è abbastanza buono, ma speravo nel 99%.
Sappiamo che l’agricoltura animale è responsabile di almeno il 18% (alcune fonti dicono fino al 51%) di tutte le emissioni di gas serra. (Qui un approfondimento).
Per dirlo in prospettiva, è molto più dell’intero settore dei trasporti dove adesso stanno avvenendo i cambiamenti maggiori.
Quindi se il mondo intero diventasse vegano, questo avrebbe un impatto maggiore sul futuro del nostro pianeta rispetto a se ogni auto venisse convertita immediatamente con un motore elettrico alimentato da energia rinnovabile.
E sappiamo che oltre il 90% del diabete di tipo 2, l’80% delle malattie cardiovascolari, il 70% di ictus e il 70% di cancro al colon si possono evitare non fumando, con cambiamento di dieta e un consumo moderato di alcol. (Fonte).
Penso che questi numeri siano un po’ bassi. Almeno il 90% delle malattie cardiovascolari, se non di più, può essere prevenuto da un cambiamento radicale nella dieta. Ma forse solo l’80% può essere prevenuto con un approccio più moderato.
Tuttavia anche con numeri più bassi, sappiamo che molti più problemi di salute possono essere prevenuti e persino annullati da semplici cambiamenti nella dieta e nello stile di vita.
Non è la risposta a tutto
Anche se non c’è nulla di così potente come ciò che una dieta sana a base vegetale può fare per la nostra salute, è ancora un po’ deludente rendersi conto che non è la risposta a tutto.
Diciamo che hai la dieta più sana che tu possa avere, che sarebbe pura perfezione: non assumi quasi nulla che potrebbe essere dannoso e non fai eccezione per nessun motivo. Fai esercizio fisico con una regolarità perfetta per te. Mediti, non fumi sigarette, respiri aria pura e gestisci bene lo stress.
Quali sarebbero i risultati? Forse potresti evitare l’80 o addirittura il 90% di qualsiasi malattia cronica o non cronica. Chissà, forse anche il 95%.
La verità è che non sarà mai al 100% e la maggior parte delle persone non sarà perfetta al 100% (come se esistesse la perfezione penserai, ma lasciami idealizzare :-)).
Quindi, con questo in mente, probabilmente possiamo tranquillamente affermare che la dieta e lo stile di vita rappresentano una gran parte, ma non tutti i nostri risultati sulla salute.
Qualunque sia il numero, sospetto che il 20% o il 30% di tutti i problemi di salute non abbiano nulla a che fare con la dieta e l’esercizio fisico. Forse se stai spingendo per la perfezione, potresti ridurlo al 10%.
Indipendentemente da ciò che facciamo, ci sarà ancora un numero assillante di problemi di salute che non possiamo prevenire direttamente con le nostre azioni.
E questo è sconcertante per gli idealisti come noi.
Quando avevo 30 anni e iniziai ad essere vegano, ero entusiasta dell’idea che questa potesse essere la risposta a tutto. E sono ancora entusiasta dell’idea che sia la soluzione migliore che abbiamo per molti dei nostri problemi.
Tuttavia ho anche accettato che ci sono alcuni limiti, e va bene così. Vedo molte persone bloccate nel paradigma che la dieta e l’esercizio fisico sono la soluzione definitiva a tutto e di conseguenza soffrono inutilmente.
Gli stessi ricercatori della salute provano disperazione quando sono alle prese con un particolare problema di salute e pensano che debbano in qualche modo aver fatto qualcosa o non siano riusciti a fare qualcosa per migliorare.
Questo spesso li conduce lungo un pericoloso percorso di terapie non provate e esperimenti dietetici non necessari.
A peggiorare la situazione, la stessa comunità della salute alternativa sembra mantenere i propri standard non realistici.
Alcuni si spingono fino a sostenere che se qualcuno ha i capelli grigi – una caratteristica naturale dell’invecchiamento – è un segno di parassiti o avvelenamento da metalli pesanti.
Di solito, queste persone hanno test di analisi del capello da 1000 € da venderti e ti consiglieranno un protocollo di integratori non dimostrato che, ovviamente, non cambierà il colore dei tuoi capelli.
Di recente, alcuni noti creatori di contenuti vegani su YouTube hanno pubblicato video in cui discutono apertamente della loro lotta con la depressione.
Ciò ha portato ad alcune pessime risposte in cui altri canali che hanno affermato che questa era una prova del fatto che la dieta vegana non funziona, senza menzionare ovviamente che la maggior parte delle persone depresse non segue una dieta vegana.
Tutte queste assurdità sono controproducenti e inutili. Non sono in contatto con la realtà, creano aspettative non realistiche e portano a più fallimenti che a successi.
Il corpo umano è un organismo incredibilmente complesso e le sue disfunzioni possono provenire da molte fonti. Nel mondo moderno, la maggior parte dei nostri problemi di salute proviene dal nostro stile di vita malsano, ma non è sempre stato così.
In molte culture preindustriali che vivevano in perfetta armonia con la natura, l’aspettativa di vita era molto bassa.
Ora abbiamo le risorse della modernità per aiutarci a vivere più a lungo, così come un ambiente che spesso ci porta a una vita malsana. Se ne siamo consapevoli, possiamo trarne vantaggio e vivere più a lungo di qualsiasi altra popolazione abbia mai vissuto sulla terra.
Tuttavia, dobbiamo anche essere consapevoli che ci sono alcuni limiti a ciò che la dieta e l’esercizio fisico possono fare.
Alcuni tumori e molte malattie rare, per non parlare della salute mentale in generale, hanno ben poco a che fare con la nostra dieta (sebbene la dieta possa certamente aiutare).
Quando torno al mio vecchio entusiasmo per il vegetarianismo, mi rendo conto che i libri che ho letto sull’argomento non hanno mai sostenuto che questa fosse la risposta a tutto.
Quella era la mia interpretazione, le parole che facevo dire a quei libri, quello in cui volevo credere. Una mia proiezione insomma.
Tuttavia, una dieta a base vegetale è uno dei più grandi contributi che possiamo fare per la maggior parte dei nostri problemi di salute e ambientali.
Che ne pensi?
Sperimentatore e ricercatore del benessere e della salute. Appassionato di miglioramento personale da oltre 10 anni, applico e diffondo informazioni nel campo dell’alimentazione e della salute sessuale maschile. Scopri di più su di me.
Sicuramente dieta e ambiente non risolvono tutte le problematiche ma aiutano, del resto non siamo robot creati col potere di sapere tutto. Che si può fare allora? Seguire un buon stile di vita e’ già un buon inizio, la perfezione non è degli umani.
Ciao Alessandro,
Chi ha seguito a fondo il corso base la perfezione l’ha trovata o come piace dire a me si vive il paradiso in terra, nel nostro tempio chiamato corpo fisico.
Buon tutto!
Giovanni
Penso che sia anche necessario lottare contro il degrado del nostro mondo e della giustizia . Siamo vicini alla catastrofe, i segni sono evidenti e nessuno , politici e governanti e spitualisti egoisti, fa niente. Allargare le colture bio e lottare il mondo non cambia con la depressione incosciente. Buon lavoro e abbasso il narcisismo neoliberale.
Umberto
Credo sia una fase del pianeta in cui l’umanità abbia bisogno di prendere atto del suo egoismo per capire che non è quello che vuole. Una fase necessaria per il cambiamento che sta già avvenendo dentro ognuno di noi. Chi è in grado di cambiare paradigma sopravvive, prospera ed evolve.